BEATI BAMBINI. BEATA SPERANZA.

Didascalia: suor Alessia e le formande propongono un pomeriggio di animazione in un quartiere di Mucaba (Uíge)

In un tempo segnato da incertezze, guerre e fragilità, la nascita di un bambino o di una bambina, è un atto di fiducia nel futuro. Ogni nuova vita è un dono irripetibile, una promessa che si affaccia nel mondo, un “sì” alla speranza. Non c’è forza più rivoluzionaria e luminosa della nascita, che apre orizzonti nuovi.

Avere figli non è solo un fatto biologico o familiare, ma un gesto profondamente umano e spirituale. È generare vita, prendersene cura, accompagnarla nella crescita, educarla all’amore e alla libertà.

In questo senso, una società che accoglie la vita rinasce continuamente. Una società che non accoglie la vita si spegne lentamente. Una nazione che incoraggia la natalità offre futuro alle radici. Una Chiesa che genera nuovi figli nella fede è feconda.

È urgente e profetico riaffermare che la vita è un bene in sé, che la maternità e la paternità – in tutte le loro forme, compresa quella spirituali – sono doni da custodire. Ogni bambino è un miracolo di fiducia, che interpella famiglie, istituzioni, comunità e Chiesa.

La vera civiltà si misura da come accoglie i più fragili e da come rende possibile nascere, crescere, vivere.

In definitiva, come ha scritto Charles Peguy:

“Tutto quello che si fa lo si fa per i bambini.
E sono i bambini che fanno fare tutto.
Tutto quel che si fa.
Come se ci prendessero per mano.
…….
Cosa si farebbe, cosa si sarebbe, mio Dio, senza i bambini.
Cosa si diventerebbe.
Delle zitelle in una catapecchia.
In una capanna diroccata che si demolisce ogni giorno di più.
Che si consuma via via. (…)
Una razza che si spegne (…)
Poichè non si lavora che per loro.
E non si fa nulla se non per loro.
E che tutto quel che si fa nel mondo non si fa che per loro.
Viene da questo quella loro aria sicura.
Cosi piacevole a vedersi.
Quello sguardo franco, quello sguardo insostenibile a vedersi
e che sostiene tutti gli sguardi.
Così dolce, così piacevole a guardarsi.
Quello sguardo insostenibile a sostenersi. (…)
Da questo viene quella loro fronte.
Quella fronte sicura.
Quella fronte diritta, quella fronte convessa, quella fronte quadrata, quella fronte alta.
Quella sicurezza che hanno.
E che è la sicurezza stessa.
Della speranza.

Beati bambini;
Beata speranza.
Beata infanzia.

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