
Con grande gioia, nei giorni scorsi, abbiamo accolto il dono di suor Rosalie nella nostra comunita’. Condividera’ con noi questo nuovo orizzonte missionario a servizio dei bambini- ragazzi del Centro di Accoglienza “G. Zulianello” e nella pastorale parrocchiale, con la comunita’ del Centro Pastorale San Pedro Wandembo.
Approfittando della nostra permanenza a Luanda per regolarizzare i documenti,
abbiamo raggiunto il Mercato dell’Artigianato, che da qualche mese e’ stato trasferito nell’area del Museu Nacional da Escravadura, situato nella zona chiamata Morro da Cruz, cosi’ abbiamo avuto l’opportunita’ di visitarlo, venendo a contatto con una triste e crudele pagina della storia di questo popolo.
Creato nel 1977, per iniziativa dell’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale con l’obiettivo di far conoscere la storia della Schiavitu’ in Angola, il Museo Nazionale della Schiavitu’ la sua sede nella Cappella della Casa Grande, tempio del XVII secolo, dove venivano battezzati gli schiavi prima di essere imbarcati sulle navi che li avrebbero portati nel continente americano. Un decreto del 1836, di D. Maria II del Portogallo proibi’ alle colonie portoghesi di esportare schiavi.
Visitare questo luogo e’ occasione per non dimenticare e per cogliere un appello che viene dal cuore … mai piu’ tanta disumanita’! Oggi ci troviamo di fronte a tante altre forme di schiavitu’, piu’ o meno conosciute e dichiarate; il cammino verso l’umanizzazione e’ una sfida aperta per ogni uomo, in ogni tempo.
” Non c’e’ altra via di umanizzazione per il tempo presente e futuro: la forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto corrisponde alla via sovrana per una nuova ecologia umana, sensibile alle mani, alle facce, alle voci e ai corpi nella loro irriducibilie singolarita’ e verita’ “
( I. Guanzini in Tenerezza, la rivoluzione del potere gentile).