Marcos Victor: “Adoro fare quello che faccio!”

Angola è un Paese bellissimo, sotto vari aspetti, ma la vera bellezza e ricchezza di questo Paese crediamo siano i giovani, i tantissimi giovani che rappresentano il vero patrimonio e garantiscono il futuro a questa terra. Vi raccontiamo, attraverso l’intervista realizzata da Angop, l’esperienza di uno di loro.

E’ nel momento della decisione che si forgia il tuo destino!

Motivatore di persone in tutti gli aspetti della vita, Marcos Victor è stato un esempio di successo nell’imprenditoria per altri giovani in questo Paese. Coach, come è conosciuto, ha motivato giovani residenti in Luanda, che hanno potenziale creativo, a non fissarsi solamente nella capitale del Paese e a cercare opportunità di impresa all’interno, nelle Provincie.

Chi é Marco Victor?

Sono un giovane angolano cristiano, nato il 22 di febbraio del 1981, in Luanda. Adoro fare quello che faccio. Ho l’onore e la fortuna di essere nato in questo Paese pieno di ispirazione e questo facilita molto il mio lavoro. Basta uscire per strada e mi vengono idee per il mio lavoro, per dare messaggi agli angolani che, come me, aspirano ad arrivare più in là e a realizzare il loro sogno.

Ho 38 anni e , come molti angolani, ho vissuto e sono cresciuto tra la casa dei miei genitori e quella dei miei nonni. ho studiato in Angola fino alle superiori e poi negli Stati Uniti, dove mi sono formato in Gestione di Affari Internazionali. Sono tornato in Angola per lavorare e poi nuovamente negli Stati Uniti per fare un Master in Manager di Gestione Affari e Finanza.

Sei conosciuto come coach. Cosa significa? 

Coach é una persona che pratica il coaching ovvero un metodo creato per aiutare le persone a raggiungere il proprio potenziale massimo, utilizzando tecniche, metodologie e processi scientificamente comprovati. L’idea è incontrare una persona e sapere qual’ é la sua situazione attuale, cosa vuole raggiungere e, a partire da questo, elaborare un piano di azione. Nell’accompagnare questa persona, perché riesca a risponde alle esigenze delle situazioni che la porteranno a raggiungere i suoi obiettivi, noi la aiutiamo a mettere in atto il suo piano d’azione.

Da quanto tempo esercita questa professione?

Dal 2015, cioè da quattro anni. Non mi piace chiamarla professione. La chiamo missione. Quando le persone scoprono il loro proposito, il loro obiettivo, devono farlo a beneficio degli altri. E’ un dono.

Perchè lo definisce un dono?

Credo che il dono non è il coaching. Il dono è la parola, la comunicazione, l’empatia, l’amore per le persone. è un regalo di Dio riuscire a comunicare con le persone, perché non tutti riescono a parlare davanti ad un pubblico. Chiunque sappia parlare può articolare parole, ma non tutte le persone riescono a comunicare, nel mio caso, Dio mi ha dato questo dono di riuscire a comunicare.

Comunicare è più che emettere parole. E’ dire parole in un modo che le persone percepiscano e si sentano ispirate e sappiano quali sono i loro sogni. Quindi è chiaramente un dono.

Possiamo definirlo imprenditoria?

Il coaching, per se stesso, è un processo utilizzato perché le persone possano raggiungere i propri obiettivi. É uno degli strumenti che utilizzo per compiere la mia missione. Mi considero una persona che fa strategia della vita e il coaching é una delle forme con la quale mi aiuto a mettere in atto questa strategia. Quello che desidero mettere in chiaro è che l’imprenditoria l’ho realizzata quando ho creato la mia impresa per poter fare queste attività. La mia missione di vita è aiutare le persone ad avere la miglior qualità di vita possibile. Questo non è imprenditoria, non sono affari, è la mia missione.

Con il coaching sono riuscito a creare la mia impresa, la MPVictor, con lo scopo di praticare coaching della vita individuale, delle imprese e dei dirigenti di imprese, faccio anche incontri, conferenze e workshop. Ma questa è la parte impresariale, come pagare le tasse e gli stipendi. Non posso essere visto solo come un coach. Come essere umano quale sono, credo che ho una missione di aiutare le altre persone a migliorare la propria vita, utilizzando vari strumenti. uno di questi è il coching e la programmazione neurolinguistica.

Qual é il suo pubblico?

Sono tutte quelle persone che respirano e hanno la nozione che, finché siamo vivi, possiamo migliorare. E spiego perché. Faccio un’attività che è kids coach, destinata a bambini e adolescenti (crescere vincitori) che hanno bisogno di luci e strategie per attingere i loro obiettivi. Ogni essere umano, in quanto respira, ha lo spazio per migliorare.

(Tratto dal sito Angop- Agenzia Angola Press)

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