“Il termine gioco deriva dal latino ludus e indica, nel linguaggio comune, un’attività gratuita, più o meno fittizia, che procura un piacere di tipo particolare. Il gioco – quando ha ancora diritto di cittadinanza nel territorio di una persona adulta ed è vissuto in modo sano – costituisce un momento di distensione, uno spazio per tirare il fiato, un modo per mettere tra parentesi per un tempo ben circoscritto la serietà della vita con tutti i suoi problemi, uno spazio di illusione che permette paradossalmente di tornare poi nella realtà con una capacità maggiore di affrontarla nella sua complessità”.
(…) “il gioco non è un semplice passa-tempo ma il modo pratico del bambino (e dell’adulto) di acquisire -passo dopo passo- la libertà di disporre di sé con confidenza, e di trovare una propria collocazione creativa nel mondo reale”. (Grazia Vittigni )
I missionari e le Suore guidano i giochi e…. giocano!




